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B i o g r a f i a 

Daniele Sepe, napoletano, è da oltre due decenni uno dei massimi esponenti dell'incontro tra musica d'autore, jazz, folk una continua contaminazione dove la vivacità e la forza dei suoni è accompagnata da una sentita critica sociale che non disdegna nemmeno il gioco di ironia. Le opere discografiche si susseguono negli anni, più di venticinque album per questo straordinario artista che fa di ogni disco un capitolo a sé, sia per i generi incrociati, sia per i sentimenti che di volta in volta esprime, dischi scomodi, suite orchestrali, musica, jazz, rap, funk, blues, musica tradizionale. È indefinibile, sfuggente nello spirito e nella sostanza a qualsiasi etichetta.
 

Daniele Sepe nasce a Posillipo a Napoli nel 1960. All'età di sedici anni partecipa nel 1976 allo storico disco "Tammurriata dell'Alfasud" di Zezi, gruppo operaio di Pomigliano d'Arco.

 

Si diploma in flauto traverso al Conservatorio "San Pietro a Majella" di Napoli. Dopo alcuni anni di esperienza prima come flautista classico di musica barocca e contemporanea, poi come sassofonista di sessione, nel 1990 realizza il suo primo album autoprodotto: Malamusica. Nel 1993 collabora con la band napoletana 99 Posse per l'album Curre curre guaglió essendo citato nel brano "Ripetuant".

 

I suoi album incontrarono subito il parere favorevole della critica, ma fu solo con il quarto, Lives loss (1993), pubblicato dalla Polosud Records e distribuito in tutto il mondo dall'etichetta tedesca Piranha, che le vendite decollarono. Sepe suona anche il sax in alcuni brani dell'album Otto Quarantotto & Ventisette de Il Giardino dei Semplici, pubblicato nel 1993.

 

Nel 1996 pubblica Viaggi fuori dal paraggi, la sua prima antologia, con la quale inizia una collaborazione con il manifesto che durerà fino al 2007.

 

Nel 1998 l'album Lavorare stanco gli è valso la targa Tenco come miglior album in dialetto.

 

Nello stesso anno diventa primo violino alla prima edizione del festival "La Notte della Taranta" di Melpignano

 

Nel 1999 partecipa al progetto La notte del Dio che balla con - tra gli altri - Teresa De Sio e Vinicio Capossela.

 

Nel 2015 fonda il collettivo "Capitan Capitone e i fratelli della Costa" con il quale pubblica tre album, contemporaneamente inizia la sua collaborazione live al Naples Trip di Stefano Bollani.

 

Nel 2019 ha pubblicato un album dedicato al sassofonista argentino Leandro "Gato" Barbieri. Nello stesso anno collabora agli arrangiamenti dell'album di Vinicio Capossela "Ballate per uomini e bestie" che vince la targa Tenco come miglior album di sempre.

 

Numerose sono le collaborazioni con altri musicisti (La Banda Improvvisa, Ensemble Micrologus), Stefano Bollani, Roberto Gatto e con registi cinematografici e teatrali (Mario Martone, Davide Ferrario, Gabriele Salvatores - Amnèsia -, Enzo D'Alò, Renato Chiocca, Terry Gilliam - "La famiglia intera"), Gianfranco Pannone, Antonietta De Lillo.

 

Difficile definire la sua musica, sempre in bilico tra reggae, folk, world music, jazz, rock, fusion, blues, musica classica... una sua caratteristica costante è il modo quasi "zappiano" di affrontare la scrittura e l'arrangiamento. Daniele Sepe definisce così il suo stile: La musica è fatta di tante cose molto diverse, proprio come fa un buon regista quando si confronta con generi diversi, pensa a Kubrick, dall'horror alla fantascienza fino a un film storico, tutto fatto bene, io io spero di fare cose molto diverse l'una dall'altra e tutte fatte bene.

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